Sistema letto

DORMIRE BENE: QUALCHE CONSIGLIO...

Introduzione

Non c’è niente di più personale della scelta di un sistema letto. È l'oggetto della nostra casa al quale affideremo il momento più delicato del giorno: il riposo. Nel letto passiamo circa un terzo della nostra vita. Al letto affidiamo i nostri sogni e le nostre aspettative per un risveglio felice.  Questo è il motivo per il quale la scelta del sistema letto deve essere ponderata con la massima cura. È un tema che per la sua varietà e complessità mi appassiona molto. 
Vediamo insieme, a grandi linee, le caratteristiche che definiscono gli elementi del cosiddetto “sistema-letto”: rete, materasso e guanciale.  

Cap. 1. Il materasso, cenni generali 

Possiamo suddividere l’argomento in tre grandi macro categorie definite per materiali: schiumato, molle e lattice. La combinazione di questi tre tipi danno vita a centinaia di modelli diversi, dotati di diverse caratteristiche meccaniche.
Una simile varietà di scelta, per chi decide di acquistare un nuovo sistema letto, può risultare deleteria, generando incertezza e confusione. È un mio parere, in tutta sincerità, che alcune combinazioni siano nate più per necessità di marketing che per la ricerca di nuovi comfort. Pertanto, sta al venditore competente “filtrare” i modelli presenti sul mercato, scartando il superfluo, per offrire al cliente una scelta più contenuta, basata sulle comuni esigenze e sul miglior rapporto qualità prezzo.
Diciamo sin d’ora, a scanso di equivoci, che la percezione della comodità del materasso è un fatto assolutamente personale: la sig.ra Rossi può trovare comodo un materasso di fascia economica e scomodo un materasso di fascia alta! E dunque? Proseguiamo con la lettura!


1.1 Memory foam: il quid pluris, il deus ex machina 

Noto con una certa diffidenza che vi è un vero e proprio abuso da parte del media-marketing sul tema del memory foam. Sembrerebbe proprio che una sottile striscia di memory abbia il potere di rendere ottima qualsiasi lastra. Non è così.
Facciamo un po’ di chiarezza. Saltiamo il racconto su come la Nasa utilizzò per la prima volta il rmemory. Ci ha ormai tediato.
Innanzitutto, che cos’è il memory? È una sostanza visco-elastica termoregolante composta da poliolo, acqua e isocianato, che con l’aggiunta ad alcuni additivi, catalizzatori e tensioattivi acquista determinate proprietà (maggiore viscosità e densità). 
Come tutti gli schiumati poliuretanici, anche il memory subisce un processo di vulcanizzazione (diventa una schiuma) che lo porta ad aumentare il suo volume fino a 40 volte, e ad avere una densità che oscilla tra i 40 e 100 kg/m3. In base al tempo impiegato per la vulcanizzazione, la lastra presenterà una determinata densità (tratteremo il tema densità e portanza poco più avanti). La principale qualità del memory consiste nella quasi totale assenza di portanza, vale a dire che il memory non da praticamente nessuna risposta meccanica al peso (assenza di portanza), adattandosi e modellandosi con precisione millimetrica alla siluette del corpo. Tradotto: è morbidissimo.
Questo significa che il corpo sprofonderà nella lastra, dandoci un senso di assoluta accoglienza. Il memory è anche sensibile al calore (termoregolante), ragione per la quale reagisce al calore del nostro corpo riducendo ulteriormente la risposta al peso e, quindi, accentuando ulteriormente la sensazione di accoglienza. Va da sé che, una volta tolto il peso, il memory riacquisterà in pochissimi secondi la sua forma originale. Ed ecco quindi un’altra caratteristica: l’indeformabilità.

 Generalmente, quindi, il memory rende accogliente e morbido il nostro materasso. Ma è così scontato? Certo che no! Un materasso che ha una lastra portante di scarsa qualità non potrà certo essere salvato da qualche centimetro di memory! Stesso discorso vale per il comfort: se la lastra è dura come la pietra, 3 cm di memory non la renderanno più accogliente. La comodità (e la qualità) di un materasso è data dall’insieme, ossia dalle varie lastre che lo compongono e dal rivestimento. Certamente, in un materasso di buona qualità, l’aggiunta del memory donerà un tocco di comfort in più.

Quasi sempre viene abbinato con lastre di schiumato di diversa densità e portanza o con un box di molle, in modo tale temperarne l’eccessiva durezza. Un materasso completamente in memory sarebbe eccessivamente morbido. Ci farebbe sprofondare nella lastra, riducendo la dissipazione di calore e rendendo più difficoltosi i movimenti. La sensazione sarebbe quella di sprofondare. Ricordiamoci sempre questo: Il materasso non ci deve far sprofondare, né deve avere la rigidità di una tavola: deve assecondare le linee del nostro corpo, le curve della nostra colonna vertebrale, e garantire una corretta postura durante il sonno


1.2 Lo schiumato poliuretanico

Come per il memory foam, anche lo schiumato poliuretanico è il prodotto dell’unione tra acqua, isocianato e poliolo (il memory ha una viscosità e densità maggiore), cui segue il processo di vulcanizzazione. Il processo di produzione è lo stesso, ad esclusione degli additivi, tensioattivi e catalizzatori che danno vita al memory. Lo ripetiamo: memory e schiumato sono composti, di base, dalle stesse tre materie.
Per le sue caratteristiche e per il suo prezzo, molto spesso costituisce l’ossatura del materasso, ossia la lastra portante.
Il mercato offre un’amplissima scelta di schiumati, alcuni economici, alcuni meno, ciascuno dotato di (a volte millantati) punti di forza e qualità. Certamente, lo stereotipo di lastra economica avrà i seguenti caratteri: bassa densità, alta portanza, un'unica lastra di schiumato.
Attualmente, gli obbiettivi maggiormente perseguiti sono quelli legati alla dissipazione del calore e del corretto sostegno del corpo. Va da sé che la ricerca si è mossa sempre di più verso la ricerca di nuove combinazioni di materiali, come ad esempio l’inserimento di microsfere di gel o l’aggiunta di alcuni elementi naturali. 
Un ulteriore sviluppo è consistito dall’accoppiamento di lastre diverse di schiumato (ciascuna con caratteristiche peculiari) con diversi tagli, spessori e sagomature, allo scopo di permettere una corretta areazione, diverse portanze e un sostegno calibrato. Gli schiumati possono avere, a seconda della lavorazione, una diversa densità e portanza.
Anche in questo caso dobbiamo ammettere che alcuni prodotti non sono così performanti come alcune pubblicità vorrebbero farci credere.
Anche lo schiumato è abbinabile al memory e alle molle, nelle seguenti alternative: schiumato-memory, molle-memory, schiumato-molle e, come spesso accade, schiumato-memory-molle.  
1.3 I materassi a molle

Il classico materasso degli anni 80 e 90 era il materasso a molle “Bonnel”, un sistema di molleggio composto da molle biconiche in acciaio interconnesse tra loro. Condannato all’oblio e bistrattato per anni da tutti, la molla Bonnel sembra essere stata riscoperta. È stata modernizzata e rimessa in commercio dai maggiori produttori. Dimentichiamoci il vecchio materasso con le molle appuntite che provocano dolore: un materasso a molle Bonnel può essere un discreto prodotto.
L’evoluzione più importante, tuttavia, si è avuta con la molla indipendente insacchettata. Per darvi un’idea, immaginate un materasso matrimoniale con 600-800-1000-2000 molle insacchettate singolarmente. Immaginate che ogni singola molla lavori in modo indipendente sulla diverse parti del vostro corpo. La differenza rispetto alla molla Bonnel è questa: l’autonomia di ogni singola molla rispetto al peso che sostiene. Il risultato, quando questo materasso è prodotto con tutti crismi, è ottimo.
Non potendo ovviamente stare direttamente a contatto con le molle, è usuale abbinare degli strati di schiumato e/o memory. 

1.4 Densità e portanza


Sono tra le più importanti caratteristiche descrittive degli schiumati (memory incluso). Esaminiamole in modo semplice e in coerenza con il tema.
  • Portanza: è la risposta che la lastra esprime nel momento in cui subisce la pressione di un peso. Maggiore è la portanza, maggiore è la risposta al peso; minore è la portanza, minore è la risposta al peso. Tradotto: una lastra con un’alta portanza potrebbe risultare rigida, mentre una lastra con bassa portanza potrebbe risultare morbida. Come ho già scritto, tuttavia, la percezione di rigidità/morbidezza è soggettiva.  
Il memory ha una portanza che oscilla tra gli 1,4 e 2 KPa, mentre gli altri schiumati hanno una portanza che oscilla tra i 2,1 e 3,8 KPa. I valori qui espressi non sono assoluti, ma indicativi.
  • Densità: è la quantità, espressa in kg di materiale per metro cubo presente in una lastra. Una lastra con alta densità è più pesante di una lastra con minore densità di identiche dimensioni, poiché, per dirla in modo semplice, c’è tanto materiale e meno alveoli d’aria. È meno poroso e più denso, quindi. 
Non c’è rapporto tra densità e portanza: una lastra ad alta densità potrebbe avere una bassa  o alta portanza (il caso del memory è emblematico), così come una lastra a bassa densità potrebbe avere un’alta o bassa portanza.
Il memory ha una densità che può andare dai 40 ai 100 kg/m3, mentre gli altri schiumati hanno una densità che oscilla tra i 24 e 40 kg/m3.


1.5 Le zone a portanza differenziata

Da diversi anni ormai il mercato offre materassi a portanza differenziata. La portanza differenziata consiste nel dare a determinate zone del materasso una diversa rigidità. Possono essere 3, 5 o 7 zone. Laddove il materasso deve sopportare il maggiore peso del corpo (busto, bacino), maggiore sarà la rigidità della zona. Diversamente, nelle zone che non subiscono grosse sollecitazioni (zona testa e caviglie), il materasso sarà meno rigido, più accogliente.
La funzione? Garantire che ogni parte del corpo abbia il giusto sostegno, tale da rispettare la fisionomia posturale.
Come si ottiene? Nei materassi in schiumato si ottiene tramite accoppiamenti e sagomature di lastre con diverse rigidità, o praticando dei tagli lungo la lastra, così da ridurre lo spessore laddove serve meno portanza. Nei materassi a molle (qualsiasi tipo sia), invece, la portanza differenziata viene ottenuta variando lo spessore delle molle. Ovviamente, laddove serve più sostegno, la molla avrà un diametro maggiore.

1.6 I rivestimenti

 Su questo tema i produttori si sono sbizzarriti. Ioni di argento, aloe vera, viscosa, melograno, cotone, canapa, soia, antimuffa, antibatterico, anti acaro, anti odore, antistatico ecc. ecc.. 
A parte la facile ironia, alla domanda se il rivestimento ha la sua importanza, la mia risposta sarebbe un assoluto sì. Un buon rivestimento non salva una lastra scadente ma ne esalta una discreta/buona.
La materia base che compone il rivestimento è il poliestere (PL), un materiale sintetico molto resistente, igienico e facile da pulire. Su questa base è iniziata una ricerca (spesso meritevole) indirizzata verso la creazione di prodotti che ne aumentassero la traspirabilità e la resistenza a muffe, odori ecc. Sicuramente un rivestimento in cotone, fiocco di viscosa o prodotti vegetali simili può incidere positivamente sulla dissipazione di calore ed umidità e, di riflesso, sugli odori e sulle muffe.
Attenzione al panico da batteri e acari! In questi tempi di zanzare killer, clima killer, ragni killer, cibo killer, sole killer, non potevano mancare le ansie da acari e da batteri. Premettendo l’assoluta importanza dell’igiene,  dobbiamo ricordarci che non siamo nati per vivere nelle campane di vetro e che, anzi, il nostro sistema immunitario ha bisogno di un po’ attività di tanto in tanto. Siamo letteralmente composti e ricoperti da batteri. Usiamo qualche accorgimento e sopravvivremo. Credo non esista un prodotto che nel lungo periodo resista agli acari ed ai batteri. Qualsiasi rivestimento, anche il più pregiato e tecnologico, dopo un uso prolungato verrà colonizzato. Un po’ di pulizia e di esposizione al sole ci aiuteranno a combatterli, ma non a sconfiggerli. 
I rivestimenti possono essere sfoderabili o non. Per chi, come la maggior parte delle persone, non sfodera il materasso, il rivestimento fisso può andare bene. Nei casi in cui nel materasso dormano persone diverse (alberghi, B&B) o vi siano particolari esigenze igieniche (bambini o allettati) si consigli ili rivestimento sfoderabile.  

 1.7 Il lattice 

La prima grande distinzione da fare è tra lattice naturale e lattice sintetico. Nel primo caso abbiamo un prodotto estratto direttamente dalla pianta di caucciù; nel secondo, abbiamo un prodotto composto da polimeri artificiali, quindi tutta un’altra cosa. Pertanto, quando sentite parlare di materasso “in lattice”, “di lattice”, “in schiuma di lattice” o “100% lattice” sappiate che sono termini assolutamente vuoti. L’unico modo per essere certi che sia vero lattice è trovare la dicitura “prodotto naturale”. Va da sé che i due prodotti hanno qualità diverse e, ovviamente, prezzi completamente diversi. Sorvoliamo sui metodi di produzione: Dunlop e Talalay. 
A meno che non abbiate un budget decisamente alto tale da potervi permettere un materasso in lattice naturale, vi consiglio di optare per lo schiumato o le molle insacchettate.

La vita di un materasso
Per il fatto che ci passiamo tantissime ore a contatto, il materasso non ha una durata infinita. Di notte sudiamo e perdiamo particelle di pelle morta, utili alla proliferazione di acari e batteri. Nel giro di 10 anni il nostro materasso acquisirà svariati kg di acari e batteri. Inoltre, specie se non di buona qualità, presenterà degli schiacciamenti (avvallamenti). Si consiglia la sostituzione almeno ogni 10 anni


Cap. 2. La rete 

La rete è il primo passo per la personalizzazione del sistema letto. Una rete performante massimizza le qualità del materasso. La sua corretta scelta è imprescindibile per il raggiungimento di un buon risultato. 
Una delle prime distinzioni che possiamo fare è quella tra la rete completamente in legno e rete in con telaio in ferro/acciaio. La differenza è puramente in termini di estetica. Il telaio in legno è probabilmente più gradevole alla vista ma ripeto: le funzionalità non cambiano.

Tralasciando le vecchie reti con maglia in ferro, delle quali non possiamo evidenziare nessuna qualità in termini di ergonomia, elenchiamo le varie tipologie.

Una piccola premessa sulle doghe 
La rete con doghe in legno è ormai la più utilizzata. La scelta del legno ha un determinato scopo: resistere al peso del corpo e garantire, al tempo stesso, una risposta “intelligente”. Ma, anche in questo caso, è necessario aprire una piccola parentesi: c’è legno e legno!
La migliore qualità di doga è certamente quella in multistrato di faggio, un legno forte ed elastico, capace di mantenere la sua curvatura per un lungo periodo di tempo. Altri materiali, come betulla ed eucalipto - tipico nelle reti economiche -, non hanno le stesse caratteristiche: tenderanno a deformarsi molto più facilmente o a non flettere a dovere, compromettendo inesorabilmente il comfort del materasso. Questo, insieme alle caratteristiche del telaio, determina il prezzo della rete. 


Doghe da 68 mm
È la rete più comune, garantisce un comfort tendenzialmente sostenuto. Presenta uno spessore che può andare, orientativamente, dagli 8 ai 12 mm. Il numero delle doghe varia, nelle misure standard, da 12 a 14. Come già scritto, a seconda dei materiali può variare nella qualità e, di riflesso, nel prezzo.

Doghe da 38 mm accoppiate
Un’evoluzione rispetto alla classica doga da 68 mm. Lo spessore, in questi casi, si aggira sugli 8 mm. Nate per aumentare l’elasticità della doga, possono certamente rappresentare la giusta scelta per un comfort accogliente.

Tripla doga da 25 mm
Un’ulteriore evoluzione che si innesta sulla scia di quanto scritto per i listelli da 38 mm.

I supporti a tazza
Ultimo evoluzione nello sviluppo delle reti a doga (insieme alle doghe in fibra di carbonio, delle quali, per totale ignoranza, mi astengo dal parlarne). Spesso fissati tramite supporto in gomma all’altezza delle spalle, riescono a assecondare ed accogliere movimenti e parti del corpo spigolose, come i gomiti. È certamente il prodotto più costoso attualmente presente sul mercato.

Le doghe da 180/200 mm
Un sistema del genere, in cui poche doghe sostengono il peso del corpo, non è a mio avviso un sistema ottimale. Avere poche doghe (di solito 6) e averle larghe significa avere poca elasticità. Nulla toglie, ovviamente, che vi sia chi, e questo è il classico caso, apprezzi un sostegno decisamente rigido. 

2.1 La rete elettrica

La rete elettrica, in metallo o completamente in legno, nasce per soddisfare l’esigenza di aveva determinate patologie. Col tempo l’associazione rete elettrica/patologia è stata superata. La rete elettrica è, a ad oggi, un oggetto che può semplicemente rendere più comodo lo stare a letto, utilizzando diverse posizioni. La rete a motore può avere un unico motore, dedicato a testa o piedi, o due motori: uno per la zona gambe ed uno per la zona busto. Per quanto attiene al sostegno, la “zona doghe” offre la stessa tecnologia delle reti comuni. A seconda del numero dei motori, del tipo di doghe e della qualità nel suo insieme, possiamo avere diverse fasce di prezzo. 


2.2. Regolazione della rigidità e supporto delle doghe 

Per quanto riguarda il primo punto, alcuni modelli, a prescindere dalla larghezza, presentano due doghe sovrapposte legate da due blocchi semovibili. Spostandoli verso l’interno o verso l’esterno andremo a ridurre o incrementare la rigidità delle doghe. Sono solitamente 3 o 4 e sono posizionate nella zona in cui vi è la maggiore sollecitazione di peso, ossia all’altezza del busto. Per in quanto invece attiene i supporti delle doghe, noteremo che a volte si innestano nel telaio della rete; altre volte sono poggiate su supporti in gomma, tale da incrementare ulteriormente la dinamicità della rete.
2.3. La doga a campata unica e a doppia traversa: una soluzione poco efficace 

La classica doga economica matrimoniale è fatta così: i listelli vanno da parte a parte, inserendosi nel telaio e poggiandosi nella due traverse. Così facendo, sacrifichiamo totalmente la funzionalità delle doghe. Immaginiamo questo: due corpi di diverso peso si posizionano lungo la rete. Diamo per scontato che i corpi saranno più o meno al centro della loro rispettiva metà della rete. La prima cosa che noteremo sarà che ogni singola doga sarà costretta a lavorare su pesi diversi, perdendo immediatamente la sua forma convessa. Le due traverse centrali, inoltre, bloccheranno il movimento della doga, impendendone il normale movimento. Le conseguenze sono ovvie: le doghe si deformeranno molto velocemente. Le deduzioni che ne possiamo trarre sono diverse. Innanzitutto risulterà più efficace dedicare alla coppia che dormirà nel letto matrimoniale una doppia campata ed un'unica traversa centrale. In questo modo l’”effetto balestra” lavorerà al massimo delle sue potenzialità, giacché il peso di ciascun corpo verrà scaricato, approssimativamente, nella parte centrale della campata. Inoltre, il fatto di avere un’unica traversa permetterà al sistema a doppia campata un movimento elastico, di risposta “dinamica” alle sollecitazioni del peso.           

Cap. 3. Il guanciale

Ultimo ma non ultimo: il guanciale. 
Il mercato offre guanciali in diversi materiali: lattice naturale o sintetico, memory foam, poliestere, piuma, schiumato. Stesso discorso vale per la forma ed il comfort: alto, basso, lungo, anatomico,  "a saponetta". Il tema però più interessante è sicuramente quello della giusta altezza. Innanzitutto ricordiamoci che la nostra colonna non è dritta, ma presenta quattro curvature. La curva che ci interessa in questo caso è la cervicale. A seconda dei nostri problemi di salute o della posizione che assumiamo durante il sonno, dovremmo valutare una scelta ad hoc. Il fine ultimo, in estrema sintesi, è quello di garantire la giusta postura e impedire contratture e affaticamenti della zona cervicale. Escludiamo fin d’ora i cuscini troppo morbidi, i cuscini troppo duri, i cuscini troppo alti e i cuscini troppo bassi: in medio stat virtus! Se tendiamo a dormire supini (a pancia in sù) è consigliabile un cuscino leggermente basso. Per chi, invece dorme sul fianco è necessario un guanciale che un allineamento orizzontale tra testa e colonna, quindi un po’ più alto. Chi invece dorme a pancia in giù avrà bisogno di un cuscino con uno spessore limitato e una bassa portanza
In caso di problemi alla cervicale non particolarmente gravi si consiglia il guanciale anatomico con una portanza decisa. Con la sua perfetta ergonomia sosterrà collo e testa, garantendo il corretto allineamento della colonna e rilassamento muscolare.

Cap. 4. la qualità del sonno…poca? 

È stato scritto e detto tante volte, ma giova ripeterlo. La qualità del sonno si ripercuote su tanti aspetti della nostra vita: umore, produttività, energie, attenzione e tanto altro. Inutile descrivere la differenza tra il dormire bene e il dormire male, la conosciamo tutti fin troppo bene e sappiamo quanto può essere pesante affrontare una giornata con alle spalle una brutta nottata. Il discorso vale ancora di più adesso che i ritmi di vita e lavoro sono più incalzanti e i tempi morti si riducono sempre più, rendendo ancora più preziose le ore di sonno notturne.
I motivi di una cattiva qualità del sonno possono essere diversi: dai problemi di salute fisica ai livelli sempre più alti di stress che caratterizzano (ahinoi) questo periodo storico. Per questi problemi ovviamente è consigliabile parlare con il proprio medico e cercare di condurre uno stile di vita più sano. Sport, meditazione e fare le cose che ci danno felicità possono aiutare tantissimo.
Se, però, vi rendete conto che la causa di vostri dolori articolari, della vostra scarsa qualità del sonno e del vostro umore sono attribuibili al vostro sistema letto, valutate di acquistarne uno nuovo. Può darsi, infatti, che il materasso presenti degli avvallamenti, che le doghe della rete abbiano perso la loro forma originaria o che semplicemente state affidando il momento più delicato della giornata a prodotti di bassa qualità. 
Piccola paretesi. Non dubito che una ventenne che sgobba 14 ore al giorno correndo tra i tavoli di un ristorante dorma bene su un tavolone di legno di abete con sopra qualche chiodo arrugginito. Dormirà bene e come un sasso! C’è pero un aspetto oggettivo da valutare: la qualità del prodotto. La qualità, la vera qualità, non si discute. E la qualità fa la differenza, specie con il passare degli anni, quando le nostre esigenze aumentano; quando il corpo si irrigidisce e, allo stesso tempo, diventa più fragile. Preferire un prodotto buono ad un prodotto scadente, pertanto, non è una scommessa, è un investimento sulla qualità della nostra vita, specie se non abbiamo più vent’anni.

Conclusioni
Spero di aver trovato il compromesso tra dovere di sintesi e informazione. Questo vademecum non è certamente completo, ma tocca i punti più importanti. L’intenzione è quella di rendere più consapevole chi si avvicina all’acquisto.
Se dovessi concludere con un qualcosa che reputo importante, scriverei che in questo campo la tecnologia è oramai tutta indirizzata verso la ricerca della traspirabilità, l’ergonomia e l’elasticità della risposta al peso del corpo. Un concetto quindi molto lontano dall’eccessiva rigidità o morbidezza offerta da alcuni prodotti. 
In ultima istanza, sconsiglio di affidarli alle offerte eccezionali: se una cosa costa poco, vale poco. Acquistate e fatevi consigliare da chi ritenete onesto e competente.
                                                                                                 
  Pietro Isacco Porcheddu
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