Indice capitoli:
Cap. 1 - Il materasso, cenni generali
Cap. 1.1 - Memory foam: il quid pluris, il deus ex machina
Cap. 1.2 - Lo schiumato poliuretanico
Cap. 1.3 - I materassi a molle
Cap. 1.5 - Le zone a portanza differenziata
Cap. 2.2 - Regolazione della rigidità e supporto delle doghe
Cap. 2.3 - La doga campata unica e a doppia traversa: una soluzione poco efficace
Cap. 4 - La qualità del sonno... poca?
Generalmente, quindi, il memory rende accogliente e morbido il nostro materasso. Ma è così scontato? Certo che no! Un materasso che ha una lastra portante di scarsa qualità non potrà certo essere salvato da qualche centimetro di memory! Stesso discorso vale per il comfort: se la lastra è dura come la pietra, 3 cm di memory non la renderanno più accogliente. La comodità (e la qualità) di un materasso è data dall’insieme, ossia dalle varie lastre che lo compongono e dal rivestimento. Certamente, in un materasso di buona qualità, l’aggiunta del memory donerà un tocco di comfort in più.
Quasi sempre viene abbinato con lastre di schiumato di diversa densità e portanza o con un box di molle, in modo tale temperarne l’eccessiva durezza. Un materasso completamente in memory sarebbe eccessivamente morbido. Ci farebbe sprofondare nella lastra, riducendo la dissipazione di calore e rendendo più difficoltosi i movimenti. La sensazione sarebbe quella di sprofondare. Ricordiamoci sempre questo: Il materasso non ci deve far sprofondare, né deve avere la rigidità di una tavola: deve assecondare le linee del nostro corpo, le curve della nostra colonna vertebrale, e garantire una corretta postura durante il sonno.